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UN INVITO ALL’INCONTRO
Venerdì 24 novembre
FINO ALLA FINE - Tavola rotonda sul testamento biologico.
Sala don Arrigo Zuppiroli ore 21:00


Con le nuove conquiste della medicina e delle tecniche di cura moderna, si è allontanato, per non dire sradicato totalmente, il concetto di morte. E seppur questo ovviamente è un bene per quanto riguarda il progresso e le cure di cui possiamo e speriamo di poter sempre di più tutti disporre nel curare tantissime malattie, ha di contro che spesso, si rischia di cadere nell’ accanimento terapeutico. La non accettazione della morte, tipica della civiltà contemporanea, il ritenere la morte l’opposto della vita e non uno dei passaggi della vita stessa, possono portare la medicina ad un prolungamento talvolta ingiusto dei tempi ultimi.

In questo contesto, ci sono però professionisti della salute, che hanno come obiettivo il prendersi cura dei bisogni fondamentali della persona, soprattutto nella fase finale della vita: coloro che si occupano di cure palliative.

Tu sei importante perché sei tu, e sei importante fino all’ultimo momento della tua vita. Faremo ogni cosa possibile non solo per permetterti di morire in pace, ma anche per farti vivere fino al momento della tua morte”. Cicely Saunders

Cicely Saunders (1918-2005), infermiera, medico ed assistente sociale, è considerata la fondatrice delle cure palliative, un tipo di cura che si occupa di preservare la miglior qualità di vita possibile dei pazienti e delle loro famiglie, che si trovano ad affrontare patologie irreversibili. Le cure palliative principalmente si occupano di prevenire la sofferenza attraverso l’identificazione precoce, il controllo del dolore, la valutazione e in controllo dei sintomi disturbanti, e di tutti i problemi fisici, psicologici, sociali e spirituali della persona.

Molti studi hanno dimostrato non solo che le cure palliative allungano la vita, ma che con una globale presa in carico in cure palliative, c'è un aumento della qualità di vita, una diminuzione della depressione e una riduzione quasi a zero, della volontà di eutanasia.

Il papa su questi temi si è espresso più volte , richiamandoci ad avere "un supplemento di saggezza" per quanto riguarda la tentazione ad insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona e non promuovano quindi la salute della persona e della comunità; e di quanto sia importante non abbandonare nessuno in presenza di mali inguaribili in quanto "La vita umana, a motivo della sua destinazione eterna, conserva tutto il suo valore e tutta la sua dignità in qualsiasi condizione, anche di precarietà e fragilità, e come tale è sempre degna della massima considerazione."

Anche il nostro cardinale Zuppi ha spesso ricordato quanta strada ci sia da fare perché siano garantite cure efficaci che non lascino nella solitudine e nella sofferenza e portino dignità nell'accompagnamento, e che "Non devo, non dobbiamo avere paura di affermare che la nostra fragilità può diventare una forza umanissima e l’amore è amore fino alla fine, anche sotto la croce."

In questo contesto, è bene conoscere e parlare sempre di più di quello che la legge 219 del 2017 prevede: sui temi del consenso informato, sulle disposizioni anticipate di trattamento e sulla pianificazione anticipata e condivisa delle cure. E' inoltre importante conoscere le cure palliative e le possibilità che esse offrono e sperare che tutti vi possano accedere con facilità e ben informati.

Infine, non meno importante, ricordarsi che siamo esseri umani, con tutto il mistero e la fragilità che ne comporta, e parlare di questi temi è difficile e va sempre fatto con delicatezza, accoglienza e senza giudizio, ma soprattutto che "forte come la morte è l'amore" Ct 8,6.

Sofia Magagni (parrocchiana)
Infermiera palliativista

 

 

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