CARITAS PARROCCHIALI

dell'Unità pastorale di Castel Maggiore

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ultimo aggiornamento
22/11/2023

 

Perché darsi tanto da fare?

 

I tre centri di ascolto hanno ognuno una responsabile. Come e perché si dedicano a questo servizio?

Lalla Tallarida - Bondanello
Quando mi sono trasferita da Corticella a Castel Maggiore nel 1985 la Caritas era già presente a Bondanello, fermamente voluta da don Pier Paolo che aveva pian piano coinvolto diverse persone. Come fece con me: durante la prima benedizione pasquale nella mia nuova casa mi chiese di farne parte. Io, insegnante, non sapevo nulla della Caritas parrocchiale ma le sue parole furono coinvolgenti: “Lalla, bisogna lavorare perché la comunità cristiana diventi soggetto di accoglienza nei confronti del povero”. Con lui ho iniziato e assieme ad altri volontari ho intrapreso un cammino di formazione durato molti anni e a lui devo ciò che ho imparato e che cerco di mettere in pratica ogni giorno.

 

Vanna Venturoli - Sant'Andrea
Quando ho deciso di intraprendere questa nuova avventura, facevo già parte della Caritas da una decina di anni. Arrivò Don Marco e con lui le “dieci parole”. Dopo aver fatto questo cammino ho sentito che era il momento di cambiare. Essere adagiata sulle mie sicurezze, su ciò che avevo sempre fatto, non faceva più per me. Il Signore mi chiedeva qualcosa di più. Se non uscivo dalla mia quotidianità non potevo dire di vivere la fede che Gesù ci ha insegnato; dovevo uscire da me stessa. Coraggio!... Mi sono detta! Non è stato facile! Anzi…
Con i miei limiti, con tanta umiltà, nella mia semplicità, senza ricercare grandi cose, mi sono buttata in questa nuova esperienza. Da quel momento ho imparato ad ascoltare le persone aprendo bene le orecchie ma soprattutto il cuore. Entrare nei racconti, nella vita di persone che ogni giorno vivono lottando, con le loro paure, angosce, difficoltà, mi permette di condividere una parte del mio cammino con loro, creando un rapporto di fiducia anche con piccoli gesti e attenzioni.
Quanta fatica e quanti momenti di scoraggiamento! Però ho sempre trovato persone che mi hanno aiutato e soprattutto ho la certezza che il Signore sarà sempre accanto a me per sostenermi in ogni momento.
Dopo sette anni sono ancora qui, motivata e decisa, a portare avanti con la gioia il mio servizio

 

Sandra Bondì - Sabbiuno
Mi sono trovata a ricoprire questo ruolo, dopo avere affiancato per alcuni mesi Giovanna, senza la quale il Centro di Sabbiuno non avrebbe visto la luce. La sua disponibilità, la sua fede, il suo agire, la sua carità, mi hanno contagiata e mi sento di dire che tradirei il suo progetto se, ora che lei è da lassù che ci assiste, dovessi lasciare quella "eredità" alla quale tanto teneva.
Consapevole delle difficoltà che si incontrano in questo "lavoro" (non ho esperienza, non ho avuto formazione, non sono una relatrice ecc.) spesso mi ritrovo a dire che non "posso farcela"... poi trovo conforto nelle parole "io non vi lascio soli" e chiedo a Gesù di sostenermi, di assistermi e di farmi agire secondo il "suo" volere.
Quindi non sono e non mi sento sola, ed è per questo forse che non "mollo".
Il nostro centro conta circa una decina di persone che motivate dalla carità, si trovano il mercoledì pomeriggio per sistemare quanto viene donato dai cittadini (vestiti, biancheria, scarpe, vettovaglie) e preparare ciò che viene distribuito (la sportina) il giovedì mattina ai nostri fratelli in condizioni disagiate.
Il Centro di ascolto è aperto il giovedì mattina ed io mi occupo dell'ascolto dei vari problemi che alcune persone o famiglia possono avere. È un tasto delicato perché da poco capisco che iniziano ad avere confidenza e fiducia nella mia persona.
Queste persone vengono in Caritas (ad alcuni ho chiesto per quale motivo vengono da noi) per "la nostra disponibilità ad ascoltarle, è un rapporto più umano e dedichiamo loro tempo. Si sentono confortate".
Il centro si sostiene con la consegna di alcuni generi alimentari di prima necessità ed a lunga scadenza da parte del Banco alimentare, ma provvediamo a reperire fondi per acquisti quando non abbiamo scorte. Per fare ciò organizziamo mercatini, il più importante nell'ambito della festa parrocchiale di fine settembre. È un allestimento che ci richiede molte energie... ma lo scopo ci motiva molto.
La collaborazione che recentemente si sta instaurando con il Comune di Castel Maggiore (assistente sociale, tavolo welfare) e con la Caritas Diocesana, mi sta impegnando in modo concreto, ma solidarietà, carità e fratellanza comportano disponibilità, generosità e sensibilità.
Forse il Signore in questo anno della misericordia mi ha preso per mano?

 


Le radici profonde

 

Giuliana Ferraresi, una vita per la Caritas
Alla fine dell’anno 1981 mi fu offerto dall’allora parroco don Arrigo Zuppiroli l’incarico di occuparmi della Caritas. Questo avveniva pochi giorni dopo la morte di mia figlia Maria Grazia, morta a vent’anni per una malattia allora incurabile. All’inizio rimasi alquanto perplessa, poi mi resi conto che era l’occasione ideale per non rimanere sempre fra le mie quattro mura a disperarmi per quanto mi era successo, ma divenire parte di quel mondo che si muoveva in modo incessante. Avvicinarmi agli altri, pormi al loro fianco, ascoltare le loro pene, regalare un sorriso, una parola, offrire un abbraccio, il mio tempo, il mio cuore… 
(leggi tutta la toccante testimonianza)

 

E poi c'è la Giovanna...
La Giovanna è Giovanna Baiesi, fino al suo ritorno alla casa del Padre lo scorso febbraio responsabile della Caritas di Sabbiuno, che ci ha lasciato un esempio di bontà, serenità, dedizione e accoglienza e che ha voluto tenacemente rispettare con il suo impegno la richiesta di don Pier Paolo di formare la Caritas anche a Sabbiuno. Superando difficoltà e contrasti. Non solo nel nostro
cuore rimarrà sempre presente, ma anche in quello di tutte le persone che hanno avuto la fortuna di incontrarla. Venite a conoscere qualcosa di più di lei qui  

 

 


Una voce dalla Caritas diocesana

Cristina Campana, nostra parrocchiana e responsabile della segreteria Caritas della Diocesi di Bologna

In una calda mattina di agosto ci lasciamo prendere per mano dall’antifona di ingresso della liturgia di oggi per riflettere sul cammino che stiamo intraprendendo insieme a voi.

“Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
mi ha mandato per annunziare ai poveri il lieto messaggio,
e a risanare chi ha il cuore affranto.”
(Isaia 61,1)

Quattro sono gli spunti che il testo ci offre e che ci sembrano importanti e belli.

“Lo Spirito del Signore è sopra di me”
Non siamo soli, non dobbiamo fare affidamento solo sulle nostre forze, abilità e competenze ma è Lui che ci apre la strada e anima le nostre azioni.

“per questo mi ha consacrato con l'unzione”
Col Battesimo siamo tutti Figli di Dio, abbiamo ricevuto un dono e abbiamo la responsabilità di condividerlo e “a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune” (1 Cor 12, 7)

“mi ha mandato per annunziare ai poveri il lieto messaggio”
Abbiamo un messaggio lieto da portare, ne siamo consapevoli? I nostri gesti, le nostre parole, le nostre attenzioni, il nostro stile di accogliere, di ascoltare, di stare insieme parla.

“e a risanare chi ha il cuore affranto”
Non sempre vediamo la povertà nell’altro che incontriamo, servono occhi che sappiamo “guardare oltre”, la volontà di costruire nella diversità un’unica famiglia umana e la fantasia della carità.
 

Maura e Cristina
Caritas Diocesana
 

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